In primo piano


Sono trascorsi cento anni dalla prima pubblicazione della Antologia di Spoon River. Ad un secolo di distanza, i personaggi delle poesie di Edgar Lee Master mantengono intatta la loro forza e modernità.
Poco distante dalla città, in campagna, su una piccola collina, vicino ad un fiume: il piccolo cimitero di Spoon River accoglie un’intera comunità di persone che – anche se morte – si presentano più vive che mai. Le lapidi raccontano della loro vita e – soprattutto- dei loro sentimenti. Rabbia, nostalgia, amore, odio, invidia, rimpianto…
Come in una moderna Divina Commedia, i defunti si presentano, dicono sempre la verità, dato che, nella morte, non hanno più nulla da nascondere.
E’ una specie di inno alla vita quello che ne esce, presentandoci quei personaggi nell’attimo stesso in cui sono – per assurdo – più vivi. Quasi tutti rimpiangono una vita beffarda, che quasi mai ha rispettato le loro ambizioni, i loro desideri.
Ne esce fuori un potente atto di accusa contro uno stile di vita, quello della provincia americana, assolutamente conformista, conservatore.
E’ questa la modernità del testo che mette alla berlina una società perbenista e schiava delle apparenze. Sempre pronta a giudicare il prossimo, anche in maniera spietata.